Altro da Palermo (Italian Edition) by Michele Burgio

Altro da Palermo (Italian Edition) by Michele Burgio

autore:Michele Burgio [Burgio, Michele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ianieri Edizioni
pubblicato: 2024-08-05T00:00:00+00:00


3.

Quel giorno una riunione collegiale lo aveva costretto a uscire da casa nell’immediato dopopranzo. Nello specifico, si trattava di uno dei quattro o cinque collegi dei docenti che gli toccava sorbirsi nel corso dell’anno. Come da rito, alle tre in punto, l’intero organico si era riunito nell’aula magna per discutere, deliberare, programmare, mettere ai voti.

Vent’anni addietro Ruvolo era in prima linea, presentava progetti innovativi, promuoveva gemellaggi tra scuole e si sobbarcava tutte quelle che adesso gli sembravano inutili rogne, buone per giovani colleghi desiderosi di mettersi in mostra e di sottrarsi il più a lungo possibile al rientro a casa dove li attendono pannolini, pianti e risentimenti coniugali. Per quanto lo riguardava, adesso il richiamo più convincente gli giungeva dall’orticello domestico, dai libri gialli accatastati accanto alla poltrona. Come aveva fatto a precipitare nell’imbuto di quell’esistenza da topo proprio lui, un tempo sicuro di riuscire a sottrarsi a quella fine? Forse l’imbolsimento, la malinconia, il disincanto non facevano parte di un percorso di sconfitta, ma di una precisa fase dell’invecchiamento, come la bellezza e la salute dei vent’anni non erano state un merito suo, erano cose che gli stavano appiccicate addosso, sancite dalla sua carta d’identità. La vita aveva dato e aveva preso.

Mentre stava stravaccato su una sedia imbottita dell’aula magna aveva pensato a quello, ma solo un poco, e nel frattempo aveva cercato di vincere due nemici ugualmente insidiosi: uno che stava dentro di sé e si chiamava Il Grande Sonno, una compagnia implacabile che lo afferrava alla gola a ogni organo collegiale, e un altro esterno, che si chiamava Giorgio Lipani, ed era il collega di Diritto, un avvocaticchio che andava a scuola per arrotondare lo stipendio e sbavare dietro alle gambe delle colleghe. Neanche le supplenti svagate interessavano più al professor Ruvolo, né l’ipotesi di una sveltina nei bagni, di un amoreggiamento in macchina come quelli che millantava Lipani ora con questa e ora con quella. Ruvolo, che nell’età in cui credeva di amare sua moglie viveva anche di continua foia per ogni bel culetto, proprio adesso che il suo ménage coniugale aveva la consistenza di una gelatina malferma non avvertiva per paradosso nessun interesse per la seduzione.

Anna Magri era un altro discorso, non c’era da conquistarla, perché lui la sentiva già sua e, anche se quella passione tardava a concretizzarsi in qualcosa di più, era certo che fosse solo una questione di tempo. Anna non era un paio di cosce come chiunque altra, e neanche un semplice desiderio estetico o sessuale. Anna era un richiamo ancestrale all’essenza femminile, una donna lontana da ogni canone di emancipazione eppure più libera e coraggiosa di tutte quelle che aveva mai incontrato. Ciò che più lo faceva spasimare di desiderio non era la rotondità incerta del petto ma il mistero della ruvidezza del reggiseno sotto il maglione. La curiosità di annusarne almeno una volta la biancheria intima non era legata alla convinzione di ritrovarvi una freschezza acerba ma alla certezza di delibare una maturità speziata e sudata. E piuttosto che



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